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Chi non ha mai sognato almeno una volta nella vita di ritrovarsi con le dita dei piedi sulla sabbia calda osservando il mare che placidamente bagna la spiaggia? Chi non ha mai voluto almeno una volta nella vita scappare e vivere un’avventura che permetta di realizzare i propri sogni?

Di questo e molto di più parla il libro “La mia vita in infradito” che adesso, grazie al grande successo che ha avuto la prima edizione, è in libreria con una versione rivista e aggiornata del testo.

La mia vita in infradito, la nuova versione, presenta alcuni elementi di novità con l’aggiunta di capitoli ma anche di contenuti digitali che sono pronti a conquistare un’altra volta il pubblico che lo ha apprezzato nella versione precedente e anche i nuovi lettori.

Un viaggio, un sogno, tre personaggi che conquistano

La sinossi del libro permette di capire subito il fulcro di questa storia che conquista i più giovani, ma non solo.

Tutto inizia con una lettera rivelatrice che arriva all’improvviso e che catapulta chi la riceve immediatamente nel suo passato, quello di una piccola bimba indifesa. Questa è la storia di Ludovica, giovane imprenditrice toscana, che sta vivendo la sua avventura a Londra, una città che però detesta e che considera senza anima.

Dopo tanti fallimenti, Ludovica vuole riprendere in mano la sua vita, e così torna nel paese dove è cresciuta a Montalcino per aiutare la sua famiglia. La storia di Ludovica è contemporanea e rispecchia appieno quello che vive ogni giorno ognuno di noi: fragilità, delusioni, promesse spezzate, insuccessi, ritmi sconnessi alla quale ci ha abituato la società contemporanea, con scossoni e cambiamenti repentini.

Una storia che però non si ferma qui ma che si evolve con la scintilla in grado di innescare il cambiamento quando tutto è complesso, quando tutto sembra perduto, quando la resilienza permette di innescare la speranza di avere una vita migliore. Una vita osservando l’oceano mentre si è pervasi finalmente da un sentimento tanto atteso, quello della felicità.

Emiliano Brinci: conosciamo l’autore

Classe 1977, Emiliano Brinci fin da bambino è stato un multi-potenziale. Quando gli si chiedeva cosa volesse fare da piccolo rispondeva: il camionista, perché mi piace viaggiare di notte.

Nomade digitale, industrial designer, blogger, surfista, artigiano, esperto di marketing e imprenditore queste sono tutte le facce di Emiliano che riesce a passare da una disciplina ad un’altra senza perdere il suo entusiasmo per la sperimentazione e apprendimento.

Emiliano è convinto che i sogni si possono realizzati se perseguiti con pazienza e costanza ed è proprio da qui che nasce il suo primo racconto.

Recensioni entusiaste. Il libro colpisce nel segno

Andando a sondare le recensioni della prima versione del libro “La mia vita in infradito” è possibile notare come chi l’ha letto si sia immerso a fondo nelle esperienze di Ludovica e degli altri personaggi come Dante e Federico.

Un libro che si legge tutto di un fiato”; “Mi dispiace che sia finito”; queste alcune delle espressioni utilizzate dai recensori entusiasti che hanno sottolineato come i personaggi si evolvano e come diano speranza di trovare la propria strada.

Chi lo ha letto si è immedesimato nei personaggi, ma non solo, si è catapultato a Fuerteventura, sulle sue spiagge, ha avvertito l’odore dell’oceano e a seguito le storie e i personaggi con la dedizione che spesso si riserva ad un amico che racconta la sua storia di un sogno che si è avverato.

Se siete amanti delle storie che danno fiducia nel futuro, che raccontano come i sogni si possano realizzare con la giusta perseveranza, con la voglia di fare e con un pizzico di coraggio, questo è il libro che fa per voi.

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